Tumore dell'Ovaio
Definizione
Il carcinoma ovarico è una neoplasia maligna dovuta alla proliferazione incontrollata delle cellule dell'organo, il più delle volte le cellule epiteliali. Anche le cellule germinali e quelle stromali, gli altri due tipi cellulari presenti nell’ovaio, possono essere all'origine di un tumore. Nella maggior parte dei casi colpisce le donne tra i 50 e i 69 anni
Fattori di rischio e di protezione
Tra i fattori che possono influenzare la suscettibilità alla neoplasia, l'età rappresenta un elemento di rischio. Tra gli altri fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare il tumore ci sono l'obesità, un menarca precoce e/o una menopausa tardiva, oltre alla nulliparità. Al contrario, il numero maggiore di gravidanze, l'allattamento al seno e l'uso prolungato di contraccettivi estroprogestinici possono ridurre il rischio di sviluppare il tumore ovarico.
Inoltre, ormai è risaputo che avere delle mutazioni genetiche germinali e/o somatiche, può predisporre l’insorgenza di diversi tumori. Le mutazioni nei geni BRCA 1 e BRCA2 sono tra questi. Avere la mutazione del gene BRCA 1, aumenta del 15-45 % il rischio di sviluppare un tumore dell’ovaio, rispetto alla popolazione generale. Aver ereditato la mutazione del gene BRCA 2 aumenta del 10-20 % tale probabilità. Avere queste mutazioni, espone le donne anche allo sviluppo di altri tumori, come quello della mammella. Per questo motivo si consiglia alla paziente di eseguire un intervento profilattico che prevede la rimozione di entrambe le ovaie, più o meno associato ad una mastectomia bilaterale.
Sintomi
Sfortunatamente, il tumore dell'ovaio non dà sintomi nelle fasi iniziali. Proprio per questo viene anche definito come “silent killer”, poiché viene spesso diagnosticato in stadio avanzato, quando oramai è eccessivamente esteso. Le manifestazioni che potrebbero manifestarsi sono del tutto aspecifiche, ma potrebbero rappresentare dei campanelli d’allarme. Tra questi abbiamo un addome gonfio, un eccessivo meteorismo e un bisogno frequente di urinare. Tra gli altri possibili sintomi troviamo dolore addominale o pelvico, sanguinamento vaginale, stipsi e/o diarrea. Il senso di nausea, la perdita di appetito e il senso di pienezza generalmente si manifestano nelle fasi più avanzate di malattia.
Diagnosi
La diagnosi molto spesso si effettua tardivamente, quando il tumore è già esteso in tutto l’addome. All’esame obiettivo segue l'ecografia transaddominale o, ancor meglio, transvaginale, associata con il dosaggio del CA-125, un marcatore sierico che potrebbe risultare aumentato in questi casi. Una volta aver diagnosticato la presenza di una neoplasia ovarica, vengono utilizzate la TC dell’addome e la risonanza magnetica con lo scopo di verificare la diffusione del tumore e la presenza di eventuali metastasi nel cavo addominale o a distanza.
Trattamento
La chirurgia seguita da chemioterapia rappresenta attualmente il trattamento di questa malattia; è tuttavia fondamentale personalizzare l'approccio terapeutico di ciascun paziente considerando le caratteristiche del tumore. L’intervento può essere svolto in modo diverso a seconda dello stadio di malattia ed è curativo nel 70% circa dei tumori in stadio iniziale. L’obiettivo del trattamento chirurgico è ridurre la carica tumorale residua a 0 (RT=0), ovvero l’assenza di patologia visibile macroscopicamente. L’approccio chirurgico degli stadi avanzati prevede due possibilità: il trattamento chirurgico primario oppure, la chirurgia di intervallo effettuando un intervento chirurgico dopo la somministrazione di più cicli di chemioterapia a base di platino per ridurre la carico di malattia. Ovviamente non tutti i pazienti potrebbero essere candidabili ad un intervento chirurgico anticipato. Il rischio che il tumore si ripresenti resta alto (25-30 %) e per questa ragione si sceglie in alcuni casi di utilizzare la chemioterapia adiuvante (dopo l’intervento chirurgico) a base di carboplatino/paclitaxel. Esistono altri tipi di farmaci che si possono utilizzare nel tumore dell’ovaio. Tra i farmaci mirati c’è l’anticorpo monoclonale “bevacizumab”, che interferisce con la formazione di nuovi vasi sanguigni del tumore (angiogenesi) e gli inibitori di PARP (olaparib, niraparib e rucaparib). Gli inibitori di PARP come terapia di mantenimento risultano particolarmente efficaci nei tumori con mutazione dei geni BRCA1 o BRCA2, ma sono efficaci anche in assenza di mutazione.
Prevenzione
Purtroppo non esistono, al momento, programmi di screening scientificamente affidabili per la diagnosi precoce del tumore dell'ovaio. Proprio per questo motivo, una visita annuale dal ginecologo, associata all’ecografia transvaginale di controllo possono facilitare una diagnosi precoce.