Tumore della Cervice
Definizione
Il carcinoma della cervice è il terzo tumore ginecologico più comune nella popolazione femminile e la quarta causa di morte per tumore tra le donne nel mondo; l’incidenza e la mortalità maggiore si verificano nelle aree meno sviluppate.
Il principale responsabile dello sviluppo di tale neoplasia è l’infezione da virus del Papilloma umano (HPV), che è molto comune e circa l’80% dei soggetti sessualmente attivi è esposto a tale infezione almeno una volta nel corso della vita. Molte infezioni da HPV durano solo per un breve periodo, ma alcune persone possono infettarsi più di una volta e alcune infezioni persistono per anni.
Fattori di rischio
Tra i fattori di rischio per lo sviluppo di lesioni cervicali e/o del tumore cervicale, sicuramente avere rapporti promiscui aumenta la probabilità di esposizione a infezioni sessualmente trasmesse. Inoltre, l’uso di contraccettivi orali, minimizza l’utilizzo di dispositivi di protezione meccanica (es. preservativi), aumentando le possibilità di trasmissione delle infezioni. Infine, il fumo di sigaretta è uno dei principali fattori di rischio, in quanto indebolendo le difese immunitarie, riduce la possibilità di debellare l’infezione. Ovviamente, un sistema immunitario indebolito da patologie come altre neoplasie o l’AIDS è più suscettibile all’acquisto di infezioni.
Sintomi
Le modificazioni precancerose di solito non generano segni evidenti. Nelle fasi iniziali, il cancro cervicale spesso si presenta in modo silente, manifestando sintomi solo quando è già in uno stadio avanzato. Pertanto, la pratica di screening è di cruciale importanza per garantire una diagnosi precoce.
Tra i segnali che possono comparire nelle fasi più avanzate includiamo: perdite ematiche, sensazione di peso, gonfiore agli arti inferiori, lombosciatalgia, eventuali dolori a livello vescicale e rettale.
Prevenzione
Fortunatamente, nel corso degli anni sono state sviluppate varie strategie preventive, tra cui programmi di screening che comprendono il Pap test, il test del DNA dell'HPV e la somministrazione di vaccini. Per l’HPV disponiamo di tre tipi di prevenzione.
La prevenzione primaria si attua con un corretto stile di vita (es. assenza di fumo) ed effettuando la vaccinazione contro il papillomavirus. Il vaccino contro HPV odiernamente consigliato è il Gardasil 9, che copre 9 ceppi di HPV (tra i quali, i maggiormente oncogeni). La vaccinazione è gratuita per le donne sino ai 26 anni di età e per le donne alle quali sia stata riscontrata una lesione della cervice uterina, sia lieve che severa.
La prevenzione secondaria ha lo scopo di fare una diagnosi precoce attraverso due test di screening: il Pap Test e l’HPV DNA Test.
Il Pap Test si inizia a fare dai 21 anni di età nelle donne sessualmente attive e viene effettuato ogni 3 anni durante la visita ginecologica e permette di individuare alterazioni delle cellule prelevate a livello del collo dell’utero. Invece, nelle donne a partire dai 30 anni e fino ai 65 anni, viene effettuato l’HPV DNA Test ed è consigliato farlo insieme al PAP Test; se negativo si può rifare a distanza di 5 anni. Diamo come limite i 65 anni di età perché dopo questi l’infezione è rara.
Con prevenzione terziaria si intende andare a limitare l’estensione della malattia diagnosticata precocemente e riabilitare la paziente laddove la malattia sia stata diagnosticata tardivamente.
Diagnosi
Nelle pazienti che risultino positive all’HPV DNA Test per ceppi potenzialmente oncogeni (16 e 18) si fa subito una colposcopia, mentre per gli altri ceppi si fa prima il Pap Test e se questo è alterato si procede con la colposcopia. La colposcopia è un esame di secondo livello in cui si applicano dei reagenti che permettono al medico di evidenziare se è presente una lesione ed in caso affermativo, a questo livello viene eseguita una biopsia. La biopsia può restituirci una diagnosi di lesioni precancerose (CIN1, CIN2, CIN3), oppure la biopsia potrebbe restituirci un quadro di carcinoma invasivo. Se ci troviamo di fronte ad un tumore invasivo questo va stadiato. Si fa una stadiazione clinica con l’ausilio di altre metodiche di indagine come cistoscopia, rettoscopia, TC e PET-TC per capire se c’è infiltrazione nelle altre strutture; la stadiazione è la FIGO (stadio I-IVB) e in base allo stadio della paziente avremo un diverso trattamento da effettuare e una diversa prognosi (la sopravvivenza negli stadi precoci è circa del 90%).
Terapia
Le lesioni precancerose possono essere trattate con l’asportazione della stessa in sala operatoria, con una tecnica chiamata conizzazione. Per il tumore invasivo della cervice uterina, secondo le linee guida nazionali e internazionali il trattamento standard negli stadi iniziali è rappresentato dalla chirurgia radicale; nella malattia localmente avanzata il trattamento è dato dalla combinazione tra radioterapia e chemioterapia, mentre per la malattia metastatica si fa la sola chemioterapia.